30 anni di dottorato di ricerca

L'ora del 2+3

Il dottorato di ricerca compie quest’anno, in Italia, trent’anni di vita (introdotto nel 1980 ma attivato, di fatto, nel 1983).

Nato con premesse di modernità e visioni strategiche di raccordo col mondo produttivo, ma poi sacrificato a prospettive talvolta poco lungimiranti e indebolito dalla progressiva riduzione delle risorse, esso regala ogni anno migliaia di giovani ad atenei e istituzioni straniere.
La formazione di ognuno di loro costa allo Stato italiano 750mila euro.
Questo studio è una preziosa “istantanea” sul dottorato di ricerca: la sua nascita e il suo lento sviluppo, tra entusiasmi, polemiche e molte ombre; la sua incidenza sul mondo della ricerca, del lavoro e sulle grandi aziende. Si confronta con quello che sta accadendo in Europa, guardando anche al resto del Mondo.
Un interessante apparato finale riporta cifre e dati di comparazione, documenti emanati negli anni dai  vari enti coinvolti e il testo del Regolamento pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel febbraio 2013 per fornire uno stato dell’arte del dottorato di ricerca in Italia.

Prefazione di Luigi Berlinguer
Il prezzo originale era: 15,00 €.Il prezzo attuale è: 12,75 €.
Il libro in breve

Se c’è qualcosa che può aiutarci a invertire la tendenza di questa durissima crisi economica mondiale, questa è l’innovazione. Un punto sul quale tanti, se non tutti gli osservatori, sembrano convergere. L’innovazione dei prodotti per creare nuovi inneschi economici e quella dei processi produttivi, amministrativi, politici e sociali.

Il nuovo ha infatti spesso il potere di superare le inefficienze, saltare gli ostacoli, o almeno aggirarli, stabilire connessioni, aprire all’esplorazione di altri orizzonti. Il nuovo, insomma, ci fa progredire e diventare migliori, come comunità e come individui.

Ma l’innovazione nasce dall’applicazione dell’ingegno umano, dallo sforzo creativo e dalla curiosità nell’indagine; nasce dalla ricerca di coloro che stanno chini su un microscopio a forza atomica o su un libro di scienza della politica. L’innovazione nasce dunque dalla ricerca scientifica.

Cercando di capire come, anche nel nostro Paese, la ricerca possa produrre di più e meglio innovazione, abbiamo scelto non di approfondire la politica “alta” della ricerca, che oggi spesso si riduce alla semplice gestione di tagli lineari, ma di guardare al dottorato di ricerca, spostando il focus sull’università dal 3+2 (laurea triennale + specialistica) al 2+3, dove la prima cifra sta per gli anni di una laurea magistrale rimodulata e la seconda per quelli di dottorato.

Più dottorato quindi, e più dottori di ricerca.

Anteprima

“Personalmente amo leggere in questo lavoro la precisione, la cura scrupolosa e la passione culturale di Nicola Vittorio e Giampaolo Cerri che sentono, particolarmente in questo straordinario momento della storia ove tutto cambia, quanto sia necessario che il mondo della scienza e della cultura elabori nuove mete e soprattutto spinga verso di esse il nostro Paese e questa Europa divenuta così timida e pigra”.

Luigi Berlinguer