Altri dodici Cesari

Se pensate di sapere tutto sugli imperatori romani non avete ancora letto Altri dodici Cesari. L’opera viene spacciata per la prima traduzione italiana della Historiola Augustula di un tal Gaio Vanesio Svetonietto.

15,20 
Il libro in breve

Che le dodici biografie di improbabili reggitori dello Stato imperiale siano false non ha alcuna importanza, non sono meno plausibili di quelle vere. Il documento, inautentico, è un capolavoro di filologia potenziale, un raffinato piacevole inganno, un gioco ironico e dissacrante, impasto ridacchiante di cultura e graffio, diligenza e ironia, sapienza e paradosso, pieno di riferimenti dotti e anacronismi.
Ci troviamo coinvolti in una giostra divertente di aneddoti, pettegolezzi, indiscrezioni, rivelazioni clamorose, scoperte inedite.
Il nostro biografo individua coloro che si sono distinti per essere i primi in qualcosa: il primo imperatore plebeo, il primo imperatore repubblicano, il primo imperatore donna. È un resoconto verosimile di una Storia possibile, che può permettersi l’approssimazione: in fondo, sapere quanto abbia governato ad esempio Lapalissiano o come Apoculato sia morto è poco significativo; ricordarli invece come i primi imperatori rispettivamente “tossico” e “inesistente” ne rivaluta le figure al rango di veri e propri exempla morali ed etici e svela il vero senso della loro leggendaria esistenza.

Anteprima

LIBRO I
IL PRIMO IMPERATORE PLEBEO

 

Vita di Spurio Glebano
Trasmessaci come prima nella tradizione manoscritta, la Vita di Spurio Glebano appare priva della premessa e della dedica a qualche membro della dinastia costantiniana, il che fa supporre la caduta delle prime carte nell’archetipo. È una biografia d’impianto tradizionale, facilmente suddivisibile in sezioni: origine e ascesa al potere, carattere e costumi, attività di governo, famiglia, presagi funesti e morte; va comunque sottolineato che Svetonietto spesso divaga e non si mantiene fedele all’ordine prestabilito, per cui frammezzo alle notizie sulla vita privata troviamo informazioni decisamente riferibili all’azione di governo del principe. Tra tutte le biografie della silloge è forse quella che più deve, come stile letterario, alla Historia Augusta, al punto che lo Schwaub si spinge ad attribuirla a Elio Sparziano.
Le fonti principali dell’autore potrebbero essere individuate nell’aneddotica spicciola, nel bla bla mondano della capitale, dato che si insiste su una presunta mancanza di buon gusto da parte del sovrano che sembra espressione di circoli aristocratici d’opposizione.

 

IMPERATOR · CÆSAR · SPURIUS
GLEBANUS · AUGUSTUS

 

Origine e ascesa al potere
Rampollo di un’oscura stirpe dei monti tra il Lazio e il Sannio, Spurio Glebano fu in gioventù allevatore di pecore, coltivatore diretto e piccolo proprietario di fondi. Dei genitori non si hanno notizie certe, ma si racconta che, un giorno in cui Gaio Caligola transitava col suo seguito per la via Appia e vide il ragazzo vendere i suoi vini lungo la strada, tutti notarono la forte rassomiglianza; all’imperatore, che gli chiedeva se sua madre fosse mai stata a Roma, Glebano rispose di no, ma che suo padre vi era stato certamente.
La somiglianza con Caligola gli fu utile per farsi assumere a corte tra le guardie del corpo: il suo ruolo consisteva nel passeggiare in pubblico vestito di porpora e con corona d’alloro in testa, per stornare su di sé eventuali congiurati. Pare che il tribuno che pugnalò Gaio fosse compaesano di Glebano, dalla cui famiglia lo divideva un’antica faida: la somiglianza lo avrebbe indotto in errore e così egli avrebbe trafitto l’imperatore autentico.
Quasi per caso Glebano si trovò al potere: i pretoriani, tra il caos generale, giurarono in suo nome e imposero al Senato la ratifica della nomina. La cosa fu accettata in vista del risparmio per il pubblico erario, considerando che non sarebbe stato necessario abbattere le statue del defunto imperatore per erigerne di nuove. Dopo un po’ ci si accorse che non occorreva nemmeno sostituire le iscrizioni, visto che il nuovo Cesare evitava di leggerle.