Il dannato caso del Signor Emme

Dopo il grande successo di La strage dei congiuntivi, Massimo Roscia torna in libreria con un nuovo romanzo, colto e divertente. Uno stile di scrittura inconfondibile, una voce originale nel panorama degli scrittori italiani. Una storia di grande fantasia imperniata sul tema della damnatio memoriae.

15,70 
Il libro in breve

Restituire dignità, onorabilità e reputazione a una figura non trascurabile del Novecento italiano, sferzante, raffinata, sensibile, ma che rischia l’oblio come tante altre vittime della damnatio memoriae: questo è l’obiettivo di Carla, ex giornalista, specializzata in topografia della miseria e della disperazione e perennemente votata al prossimo. Per farlo dovrà ricomporre la vita e le opere del fantomatico Signor Emme e mettere insieme un fascicolo da sottoporre al giudizio dell’oscura Congregazione dell’Indice delle vite cancellate e delle opere proibite. Siamo in un’Europa totalmente lacerata, mosaicizzata in una miriade di piccoli stati, separati da dogane, muri, filo spinato, e in un tempo in cui passato, presente e futuro sono deliberatamente mescolati.

A bordo di un vecchio scuolabus (forse rubato), trasformato in camper e targato Zagabria, Carla intraprende un folle e strampalato viaggio che le regalerà incontri con più o meno noti personaggi, accompagnata dai due figli gemelli: il primo è un bambino prodigio “in grado di risolvere equazioni differenziali lineari omogenee del secondo ordine a coefficienti costanti o confutare il teorema di Fermat”; il secondo, nonostante lo stesso patrimonio genetico, è candido e simpaticissimo, ha una sensibilità tutta sua di percepire il mondo ed è a suo modo geniale. Insieme a loro viaggia lo zio Giordano, autore del trattato filosofico De gli eroici furori, arso vivo a Campo de’ Fiori.

Prima della stesura di questo romanzo, Massimo Roscia ha svolto un lungo lavoro di ricerca documentale/storiografica nel Fondo “P.M.”, custodito presso una biblioteca romana, visionando un patrimonio archivistico vasto ed eterogeneo. Tra manoscritti, appunti stenografici, diari, ritagli di stampa, opere edite e inedite, fotografie, una fitta corrispondenza con direttori di giornali, editori e lettori, poesie e appunti di viaggio, Roscia si è avventurato nella grande varietà dei temi di cui il Signor Emme si è occupato: le due guerre mondiali, la politica internazionale, la tutela ambientale, il turismo culturale, la lingua italiana, la gastronomia, l’enologia, per trarne un romanzo tra il vero, il verosimile e il falso, sicuramente colto e divertente.

Solo alla fine del romanzo scopriremo chi è questo fantomatico Signor Emme.

Anteprima

Quando, la scorsa settimana, abbiamo consegnato al cardinale Ghislieri il fascicolo completo sul Signor Emme, abbiamo deliberatamente omesso di accludere il libro Roma brucia. Dopo averlo letto più volte, abbiamo convenuto che alcune esplicite invettive contro la Chiesa avrebbero irritato la Congregazione e compromesso l’esito del giudizio.

– Ma in questo libro il Signor Emme denuncia solo il degrado culturale e ambientale, si lamenta per il decadimento dei valori… – ha timidamente provato a obiettare la mamma.

– … accusando apertamente la Chiesa – abbiamo risposto in coro io e zio Giordano.

– Forse avete ragione. Forse è meglio che non finisca nelle mani della Congregazione. Facciamo così, ce lo teniamo noi, come ricordo.

E alla fine quel libro ce lo siamo tenuti noi. Ecco perché nell’elenco delle centinaia di reperti che abbiamo consegnato al cardinale Ghislieri non vi è traccia di Roma brucia.

L’arte dovrebbe essere libera. Ed è proprio sulla base di questo nobile principio, che andrebbe posto a fondamento di ogni civiltà, che ieri sera mamma stava per ripensarci per l’ennesima volta.

– L’arte, – ha detto stringendo tra le mani il libro del Signor Emme, – dovrebbe essere libera, libera come il pensiero che la concepisce.

E così la discussione si è riaperta e ci siamo ritrovati nuovamente al punto Y, il segno del bivio, la lettera pitagorica del dubbio. Mamma, che fra tutti noi è la più integralista, è tornata alla carica con argomentazioni ineccepibili nel merito. Secondo lei l’arte dovrebbe prescindere da qualsiasi giudizio etico, politico e religioso. Abbiamo provato a spiegarle che il nostro intento non era certamente quello di censurare un’opinione – che tra l’altro sia io sia zio Giordano condividiamo appieno –, ma di giocare d’astuzia e provare ad aumentare di un paio di decimali le possibilità di successo.

– È solo una questione di strategia – ho insistito. – Sappiamo benissimo che se presenteremo quel libro la Congregazione respingerà l’istanza e molto probabilmente disporrà la distruzione di tutti i documenti. Così il Signor Emme scomparirà per sempre e i nostri sacrifici saranno stati vani.