Memorie dal sottobosco

Un coleottero dei funghi

Un memoir entomologico tra digressioni letterarie, naturalistiche e filosofiche.

L’autore ci racconta la storia vera di una fascinazione, la sua, di una relazione tra un entomologo dilettante e un coleottero dei funghi: l’esperienza della meraviglia di un adolescente che lascerà poi all’età adulta lo spazio del disinganno.

Il prezzo originale era: 15,00 €.Il prezzo attuale è: 14,25 €.
Il libro in breve

Quell’insetto che ha raccolto la prima volta quando era ancora un bambino nel legno marcio di un tronco, torna periodicamente a fargli visita. La curiosità per il Diaperis boleti, finisce per prendere nel tempo la forma di un’attrazione esasperata, nelle cheratine dei carabi vede riflesso il cosmo intero.
Ormai adulto, una sera ne ritrova vecchi esemplari in una scatola entomologica e osservarli scatena in lui una ricostruzione archeologica del ricordo, tra la realtà e il sogno, un viaggio ipnotico alle prese con il valore simbolico del suo Tenebrionide mangiatore di funghi.

Memorie dal sottobosco parla di insetti che amano i funghi e, pur non essendo un manuale, ce li presenta con grande esattezza grazie ad accurate descrizioni entomologiche e precise indicazioni tassonomiche.
Il libro ci proietta in un altro mondo: è il regno terricolo di forme di vita tenaci, resistenti alle condizioni ambientali più difficili, che hanno colonizzato territori ingrati occupando nicchie estreme. Come hanno imparato a fare nel corso delle ere geologiche, i coleotteri, protagonisti della narrazione, vivono di funghi che crescono sugli alberi nelle paludi boscose. Può essere un bosco del Canada sulle rive del lago Ontario o le colline toscane tra Fucecchio e San Miniato, luogo dove si muove l’occhio entomologico dell’autore.
Tommaso Lisa apre una finestra sulla trama fitta ed estesa che sostiene il mondo dei viventi e sulla rilevanza psichica che esercita su di noi e sul nostro immaginario. Molto infatti c’è ancora da dire in merito alla relazione tra uomini e insetti: significa interrogarsi sul rapporto della specie umana con ciò che è diventato remoto o è stato rimosso, il perturbante, l’alterità, il fantastico.

Anteprima

Quest’insetto dell’ordine dei Coleotteri, famiglia dei Tenebrionidi, torna periodicamente a farmi visita. Stasera ne rivedo alcuni esemplari nella collezione della mia adolescenza, custodita a casa dei miei genitori.
Quando ho iniziato a studiarli avevo l’età di mio figlio, poi la raccolta è stata proseguita da mio padre, nel suo appartamento all’ottavo piano alla periferia di Firenze. Sono circa cento cassette di varia grandezza riposte nelle librerie ai quattro angoli della casa, piene di Coleotteri e Lepidotteri in file e suddivisi per famiglie e sottofamiglie, eredità accumulata in maniera compulsiva e seriale negli anni a forza di cacce, escursioni, scambi, acquisti e corrispondenze intrattenute con entomologi di ogni parte del mondo.
Scrivo da questo luogo, in un freddo pomeriggio invernale. Le luci si riflettono a scacchiera dalle facciate dei palazzi sulle vetrine dei negozi che stanno per chiudere. Nuovi lampioni a led si sono appena accesi sulle vetture parcheggiate per strada.
Sfilo la scatola entomologica da uno scaffale, tralasciando altre teche più promettenti, quelle che sulla costola leggermente ruvida di derma lavabile color noce riportano la scritta Carabus o Curculionidi tropicali; vi passo sopra la mano, esitante, ma il nome sfiora la cosa senza afferrarla. Provo un sussulto, un contraccolpo affettivo.