Nessun nome per Emilio

Emilio gironzola ogni giorno nel cimitero semiabbandonato dietro casa, cercando il proprio nome tra quelli ancora leggibili sulle lapidi scolorite. È un bambino con una memoria prodigiosa e anomala che non può fare a meno di “comprimere tutti i nomi dei morti nel pantheon portatile della sua testa”. Il suo nome però non può pronunciarlo se prima non lo trova, perché i defunti lo sentirebbero e, pur di appropriarsene, cercherebbero di farlo morire.

Adrian N. Bravi e Marino Magliani
Il prezzo originale era: 15,50 €.Il prezzo attuale è: 14,70 €.
Il libro in breve

Nei vialetti invasi dalle erbacce, Emilio incontra una donna che ha l’età di sua madre e il richiamo del sesso si fa potente, è una forza scontrosa, incontrollabile, che lo consegna all’irrequietezza della pubertà, giocosa e morbosa.

Mentre Emilio affronta le ansie dell’adolescente e flirta con la morte, la narrazione conserva a oltranza quel modo di conoscere proprio dell’infanzia e che ha nella fantasia il suo cuore pulsante, come se fosse possibile portarselo dietro, intatto, quel mondo nutrito dall’incanto.

Anteprima

Se ne stava seduto sul bordo del vialetto con il suo rilevatore di barzellette quando la donna con gli occhiali scuri gli si avvicinò per chiedergli se conosceva un posto appartato, perché aveva bisogno di urinare. Non disse urinare, ma fare la pipì e, nel mentre, aveva abbassato la voce. Aveva un mazzo di margherite, gli stessi fiori che lui le aveva già visto in mano nei due o tre incontri precedenti. In un paio di occasioni lei lo aveva salutato con un cenno del capo e lui, non senza arrossire un po’, aveva contraccambiato allo stesso modo.
Le rispose che, per essere sicura di non essere vista, doveva addentrarsi di alcuni metri nella vegetazione che cresceva accanto ai vialetti, ma lei disse che aveva paura dei serpenti. Allora lui si offrì di accompagnarla e lei gli sorrise con gratitudine, seguendolo lungo il sentiero cementato.
Giunti a una stradina di ghiaia, imboccarono un marciapiede di terra che si inoltrava tra cespugli di ginestre. Lì la vegetazione era incolta e monotona, non curata come nei pressi dei loculi. Pensò che stava commettendo un’imprudenza allontanandosi con una persona sconosciuta. Sua madre glielo ripeteva in continuazione che non doveva accettare per nessuna ragione la compagnia di estranei, anche a costo di sembrare maleducato. Ma poteva considerare sconosciuta una madre che aveva visto già diverse volte portare i fiori al figlio morto?
Lei, con il mazzo di margherite in mano, camminava piano per non scivolare e lui si era fermato ad aspettarla. Il sentiero si era interrotto, li accoglieva una specie di passaggio attraverso la roccia vulcanica, davanti al quale trovarono una depressione di lava ricoperta in parte dai cespugli.
– Qui va bene! – disse la donna, passandogli il mazzo di margherite prima di entrare nell’avvallamento. Gli chiese: – Puoi girarti dall’altra parte? – E, quasi senza aspettare che ubbidisse, si alzò la gonna, si abbassò le mutande e si accovacciò per urinare.