«[…] Viaggiatori nel freddo è tutto tranne un vademecum per muoversi da turista culturale nella capitale russa: è invece racconto d’invenzione che sintetizza e amalgama esperienze e momenti diversi, con tanto di peripezie sempre filtrate da rimandi letterari, ed è riflessione sull’essere poeti in un’epoca che non sembra concedere alla poesia che spazi angusti e seminascosti, e ancora di più sui fondamenti delle parole e delle lingue, oltre a quello che potremmo definire la specificità del mondo slavo, la incorreggibile russitudine.
[…] Il viaggio a cui siamo invitati non è solo geografico: è, innanzitutto, un viaggio poetico, compiuto cioè da qualcuno dalla forte personalità lirica, in cerca di poeti e versi perduti, in un mare magnum di poesia che nei decenni si è stratificata, da quella favorita o tollerata dall’ufficialità a quella clandestina di ieri, a quella semplicemente ignorata di oggi».
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