«[…] “Neve, cane, piede” si compone di pennellate leggere a volte e a volte più materiche, sempre con un buon senso dell’ironia e del paradosso. Massimo è il lavoro di reticenza; l’asciuttezza dei dialoghi è solo uno degli elementi: più in generale, c’è uno spiccato senso della composizione del paragrafo, del capitolo.
Neve, cane, piede non è un romanzo di trama, ma di particolari. Su tutto, prevalgono: il sentimento della compassione, le radici corporee dell’animo umano, il legame con la montagna. E poi il tema più umano di tutti, quello della perdita di coscienza e della lucidità – in bilico tra il mondo dei sognatori e quello dei folli»
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