«Maurice Blanchot racconta come al cuore del diario ci sia sempre la preoccupazione di un uomo, mai l’ansia effimera di un’opera. […] È l’uomo qualunque, l’uomo comune, l’uomo della vita quotidiana. Ed è in questa vita quotidiana che si inscrive la pratica diaristica di un sé lacerato, al centro del bellissimo lavoro di scavo etico e filologico di Dario Borso».
Su VITA Marco Dotti recensisce Ostaggi d’Italia di Dario Borso. Per leggere l’articolo clicca qui.
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