«C’è una strana forma di saggezza nel libro di Enrico De Vivo. Dell’autore salernitano erano già note certe imprese e frequentazioni, come la direzione della storica rivista on line Zibaldoni e altre meraviglie o la collaborazione, culminata in due pubblicazioni per Feltrinelli, con Gianni Celati. Ora la lezione di quest’ultimo sembra essere fra i principali debiti di questo libro poco catalogabile, sempre a un passo dall’allegoria, ma capace di serbare a ogni riga la grazia dell’indefinito».
Per leggere tutto l’articolo clicca qui.