La lepre e la luna

sulle tracce delle guaritrici d'Appennino

Lepre, lepre, che ti passi la febbre; la lepre vola, ritorna da sola, di là dalla luna, la lepre vola.

Lo fa per una, due, tre volte e nel ripeterle e ripeterle, le parole acquistano un ritmo, si trasformano in canto; un canto sussurrato che mi entra nella testa, nel corpo, a farmi capire che se avessi avuto la febbre potente l’avrebbe raggiunta e affrontata senza dichiararle guerra, semplicemente con il racconto di un viaggio che, a forza di essere cantato in rima, diventa vero, un viaggio in cui la lepre vola sulla luna, nella parte oscura, quella che non si vede, a portare la febbre e ritornare sola, guarire il malato.

Il prezzo originale era: 16,50 €.Il prezzo attuale è: 15,70 €.
Il libro in breve

Dall’esperienza personale del dolore fisico e dal sospetto che la medicina scientifica contemporanea abbia sottovalutato e trascurato il dialogo con il paziente, l’autore inizia un viaggio in Appennino sulle tracce di chi ancora guarisce attraverso gesti, simboli e parole: un mondo ancora sorprendentemente vivo e potente.

Le donne che incontra hanno mantenuto una visione magica della cura nella quale il male è un ospite permaloso che va convinto a spostarsi, uscire dal corpo dopo essere stato incantato, addomesticato e mai umiliato. I riti, tramandati in gran segreto da generazioni, si incastonano con semplicità nella cultura contadina e rurale, dove il legame con l’ambiente naturale è più forte. Eredi degli sciamani, le guaritrici rivelano in fondo ciò che la medicina ha smarrito: quel modo di curare in cui il paziente diviene protagonista della propria guarigione.

Anteprima

Nella formula per l’erisipela compare e la illumina tutta, come un lampo, quel ti segno e ti scaccio all’imperativo; eccolo il fastidio, non c’è richiesta o preghiera, nessuno che si inginocchia, nessuno che implora; solo una piccola frase appiccicata in fondo come una coda sulla santissima Trinità, ma in tutto il resto, nel corpo vero e proprio della formula che di quel finale potrebbe fare a meno, c’è una donna forte, connessa con l’universo intero che dispone, accoglie e scaccia. E non lo fa da un altare, una chiesa, ma dalla sua cucina, dall’ambiente più umile dove c’è un fuoco sempre acceso, acqua, olio, sale e grasso di maiale e proprio da lì, quella donna, con una semplicità disarmante arriva al cielo a dimostrare a tutti che si può, smuove le forze dell’universo, le chiama, le controlla, a rivelare che è potente.

Ecco il fastidio, questa presenza ingombrante, come si permette? E mentre Giselda racconta che era andata a servizio in città, a fare i lavori nella villa di una ricca signora, mi viene il dubbio che la caccia alle streghe sia stata tutta una caccia alle guaritrici.