Dal 30 settembre 2014 al 15 febbraio 2015 Palazzo Braschi ospita la mostra Destination Hope, progetto dei fotografi dell’agenzia Parallelozero di Milano, nata per raccontare i flussi migratori legati all’accesso alle cure sanitarie.
«Ogni individuo ha il diritto a un tenore di vita adeguato, a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, incluse […] le cure mediche, e il diritto alla sicurezza in caso di […] malattia, invadilità, vedovanza, vecchiaia e ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà».
Articolo 25, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948
Il diritto alla salute è universale, eppure la salute non è a portata di tutti. Per molti non è nemmeno a portata di mano. Milioni di persone nel mondo sono costrette a lunghe e a volte strazianti viaggi per sottoporsi a quelle cure che non sono disponibili nella loro città o nel loro paese, perché troppo care, perché inesistenti o perché classificate come illegali in quella nazione.
Nella maggior parte dei casi, i profondi drammi personali e collettivi legati a questi ingenti flussi migratori della salute sono sconosciuti al grande pubblico, poiché sottovalutati, quando non ignorati dalla stampa.
Questa è la ragione che ha spinto Parallelozero a voler impegnare i propri fotogiornalisti in Destination Hope, un progetto di documentazione delle problematiche sanitarie su scala mondiale, dall’Africa all’Asia, dalle Americhe all’Europa. Ecco, attraverso 13 case histories in tutto il pianeta, i protagonisti e le modalità dei viaggi intrapresi in cerca di terapie nuove, di difficile accesso o semplicemente a più buon mercato. Con in comune la stessa destinazione: la speranza.
L’immagine — relativa a una visita nell’ospedale oculistico Sagarmatha Choudhary di Lahan, in Nepal — è stata selezionata per la copertina del FestBook 2014, pubblicazione del Festival della Letteratura di Viaggio.
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