Francesco Arena
Del Drago e Arena ci impongono di pensare secondo un percorso teorico che non può sbandare. Fanno luce su un nodo che certo non è solo estetico, ma che l’arte investe a pieno titolo: il singolo che si sostituisce alla dimensione collettiva e tuttavia vuole, o deve, compartecipare attivamente e consapevolmente di quell’organismo che è la società, che ne vuole avere insomma esperienza diretta e concreta, deve adottare per la propria ricerca quella “filologia vivente” di gramsciana memoria, ora di bruciante, contemporanea necessità.
Lingua: italiano, inglese.
TAC – Tomografie d’Arte Contemporanea: un artista incontra un critico.
In questo volume Francesco Arena incontra Elena Del Drago.
Francesco Arena: È un artista visivo che lavora prevalentemente con la scultura.
Il suo campo d’indagine privilegiato è la storia italiana degli ultimi anni, che viene analizzata a partire dai propri ricordi personali, elaborata attraverso uno studio puntuale dei fatti e dei documenti, poi condensata in installazioni che suggeriscono a chi guarda, attraverso una forma essenziale, la necessità di riconsiderare il nostro passato collettivo.
È nato a Torre Santa Susanna (BR) nel 1978. Nel 2010 ha esposto nella sezione Art Statement di Art Basel a Basel, e in due personali: Cratere, a cura di Lorenzo Benedetti al De Vleeshal di Middelburg e Teste alla Fondazione Ermanno Casoli di Fabriano. La sua mostra più recente si è tenuta nell’aprile del 2011 presso lo spazio Peep Hole di Milano, mentre è con la Galleria Monitor di Roma che sono nati molti dei progetti raccontati in questo volume.
Sul terreno accidentato e segnato della Storia e della sua attuale accelerata rappresentazione, si tende da subito un filo generativo e virtuoso tra i due, perché il critico conosce davvero l’artista, non solo attraverso le opere; emerge, dunque, il racconto vivo di un’esperienza vagliata oltre le gallerie, le mostre, i media.
In questa serie di pas à deux, attraverso la scelta attenta e condivisa delle opere e la narrazione prodotta dall’incontro-dialogo, viene data al critico la possibilità di mettere a fuoco “attimo” e “storia”, l’inserzione testimoniale e partecipata dell’agire artistico nella Storia.
Chi è impegnato a porsi di fronte alle cose, agli oggetti e alle opere, troverà in ognuno di questi libri un progetto artistico testimonianza del nostro tempo. Un significativo colpo d’occhio sulla contemporaneità.
«Le informazioni devono collassare, sciogliersi in una forma, che spero sia valida di per sé. Anche perché dietro ad essa si trovano fatti di cui spesso non si sa molto: il mio desiderio è che i miei lavori facciano venire la curiosità di saperne di più, di informarsi a proposito di eventi di cui si sa sempre meno, ma che sono strettamente legati al nostro presente».