Otto anni
Algiz tra tutte le rune celtiche è la più benevola, è istinto di sopravvivenza e forza protettrice che mette in guardia da pericoli imminenti. Il segno ricorda l’impronta di una zampa di gallina. Sarà proprio una gallina, anzi molte, la chiave di una rinascita.
La morte annunciata di Anna Trotterbaum, donna luminosa e piena di fantasia, lascia il marito, Aimo, nello sconforto. Come in un viaggio dantesco alla ricerca di sé stesso, l’uomo si smarrisce in un bosco per riemergere, seguendo una gallina, in un mondo parallelo fuori dal tempo: una sorta di oasi dove resterà otto anni. Tanto serve, secondo la scienza, al corpo umano per rinnovarsi in ogni sua cellula generando un “uomo nuovo”.
Metafora di un percorso di vita e della possibilità di superare le difficoltà dell’esistenza, ci addentriamo in una storia dove la sofferenza lascia il passo alla comicità, la razionalità al sogno e l’oppressione alla leggerezza.
– Uno scarabeo stercorario. Spingeva la sua pallina di merda bello tranquillo, fregandosene di tutto, soprattutto di me. Anzi, quando arriva proprio sotto i miei piedi si ferma, si arrampica sulla sua pallina e inizia a danzare in un modo tutto suo. Stava in piedi sulle zampe posteriori e faceva piccoli movimenti veloci, tipo a scatto. Impressionante, davvero. Non ci crederai, guardarlo danzare mi ha calmato. Finito il suo balletto scendeva e spingeva la palletta per un metro o due, poi risaliva e via un altro giro. Ne ero affascinato e siccome non avevo altri programmi decisi di seguirlo. Spingeva la merda per un po’, balletto. Spingeva un altro po’, di nuovo balletto.
– Il Rudol’f Nureev degli scarabei.
– Chi?
– Niente, scusa, lascia stare.
– Ci avrò perso almeno un’ora ma alla fine ho capito.
– Che cosa?
– Non stava solo danzando. Forse non danzava affatto. Quello che faceva davvero era guardare il cielo. È stato lo scarabeo a insegnarmi che c’è sempre una strada, che in ogni momento della vita, anche il più complicato, siamo sempre a un passo dalla strada giusta. Possiamo sbagliare, possiamo prendere la nostra vita e tutto quello che abbiamo e darli in pasto ai maiali, possiamo arrivare a vedere la fine di tutte le cose ma, se lo vogliamo, saremo sempre a un solo passo da una strada nuova: quella che ci porterà fuori dal bosco.
– Mi piace molto la tua visione della vita. Ma come sei uscito da quel bosco?
– La direzione dello scarabeo non era casuale. Dopo un po’ mi sono accorto che corrispondeva esattamente alla Via Lattea. È una tecnica speciale dello stercorario. Vedi… il suo mondo è fatto di merda, un piccolo pianetino di cacca tenera e polverosa. Quando le cose non vanno per il verso giusto e perde la bussola, non si abbatte come facciamo noi, lui ci sale sopra e usa tutta quella merda per guardare il cielo. Fa tutti quegli strani movimenti che sembrano una danza e ritrova la via. Non so se vede le stelle come le vediamo noi, se vede solo una scia chiara o vede cose invisibili ai nostri occhi. Fatto sta che vede la stessa direzione della Via Lattea e tanto gli basta. Per uscire dal bosco ho fatto lo stesso. Ho preso la direzione indicata dallo stercorario e poco dopo l’alba ero a casa.
– Incredibile.