«Un racconto, quello di Stefano di Lauro, tra il surreale e la fantasia trasognata, che ci descrive le vite degli artisti di strada come delle tessere di un mosaico più grande che è il circo Diable Vauvert, alternando le strade di Francia, i suoi paesini, Marsiglia, Arles, i villaggi algerini – come nella migliore letteratura di viaggio – alla stiva del piroscafo Holy Steam che la notte del 31 dicembre 1899 salpò alla volta dell’America Latina. Un posto chiuso, protetto al riparo dall’acqua salata degli oceani che però è, al tempo stesso, un luogo non chiuso, in movimento come lo è a sua volta il circo. Un romanzo che è tutto un camminare dalla prima pagina all’ultima come del resto lo è la stessa data scelta dallo scrittore, la notte di Capodanno a cavallo tra il vecchio e il nuovo, tra ciò che è stato e ciò che ha da venire».
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Recensione a
di Stefano Di Lauro