Quello che non ricordiamo
Da Rosenthal a Klinghart, 550 chilometri a piedi sulle orme di mio padre in fuga
Una storia intima che ci proietta nell’attualità problematica dell’Europa, della pace minacciata, e che rappresenta anche milioni di storie di rifugiati. Un’opera letteraria che invita a una riflessione profonda sulla memoria, l’identità e il costo di ogni guerra.
Il 22 gennaio 2020, Christiane Hoffmann parte da Różyna (un tempo Rosenthal), in Bassa Slesia, e cammina in solitaria per 550 chilometri verso ovest, seguendo lo stesso percorso che fece suo padre da bambino, nell’inverno del 1945, per fuggire davanti all’avanzata dell’Armata Rossa alla fine della Seconda guerra mondiale.
Dal suo viaggio e dai suoi incontri, tra Polonia e Cechia oggi, emerge il presente di questa Europa delle frontiere. Hoffmann percorre strade dimenticate e attraversa villaggi, visita luoghi simbolici come il cimitero o la sinagoga abbandonata del villaggio; siede nelle cucine e nei salotti, incontra persone che portano con sé storie di guerra e migrazione. Esplora le zone d’ombra della storia europea del Novecento e le cicatrici invisibili lasciate dalla guerra attraverso tre generazioni.
«Non si tratta solo di ricordare, ma di comprendere – afferma l’autrice. – Questo libro è il tentativo di dare voce a chi è stato dimenticato, di costruire ponti tra le generazioni e di esplorare cosa significhi davvero appartenere a un luogo, a una storia, a una famiglia».
La traduzione dell’opera è stata sostenuta dal Goethe-Institut nell’ambito del programma Litrix.de
È strano invecchiare in questo tempo.
Voi, una volta finita l’infanzia, vi siete lasciati il peggio alle spalle. Per noi potrebbe essere il contrario: prima i pacifici anni Settanta, poi i noiosi anni Ottanta, gli euforici anni Novanta e ora che invecchiamo ci aspettano i tempi più duri. Noi saremo i vecchi che si siedono sui carri.
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