«E così, nel suo percorso tortuoso e concentrico che accompagna l’altrettanto tortuoso percorso della generazione che oggi – anno più, anno meno – ha passato da non troppo i ’50, la balena reale diventa, anche e forse soprattutto, balena metaforica: come Giona e come Pinocchio, anche il nostro detective viene inghiottito nel ventre della bestia, caverna onirica e luogo magico della fantasia: il suo buio denso di sogni si trasforma nella sala cinematografica, “quel vortice luminoso in cui si rincorrevano polvere, colori e fumo di sigarette”, e mostra al bambino di provincia, già sprofondato nell’agonia postuma della balena, la fulgida apoteosi e la lenta agonia del cinema popolare. Nel pellegrinaggio tra Godzilla e King Kong, tra kung fu e wuxiapian, tra Franco e Ciccio e Charles Bronson, annotando maniacalmente i titoli e le date di visione dei film fin dalla più tenera età, il novello cinefilo cresce e si muove dalla periferia verso il centro, dalla provincia verso la Capitale, dall’infanzia verso l’età adulta, per giungere a Roma insieme a Goliath, o forse a Jonas, in contemporanea con Guerre stellari.»
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Recensione a
di Leopoldo Santovincenzo