Un giorno tutto questo finirà

Alcune storie hanno un valore esemplare. Mentre più di una generazione è alloggiata nell’impero della irrealtà, nella virtualità senza corpo delle relazioni, questa favola moderna, più grigia che nera, immagina un futuro con l’umano al centro.

Il prezzo originale era: 17,00 €.Il prezzo attuale è: 16,10 €.
Il libro in breve

“Un giorno tutto questo finirà” potrebbe suonare come un epitaffio, la fine ultima di tutte le cose ma per Tommi e Dario è il leitmotiv di una visione, traccia del desiderio di tirarsi fuori da quella loro vita di provincia, sbandata, inquieta, marginale, assuefatta alla mancanza di prospettive. I due si portano addosso lo stesso odore, la stessa costante sensazione di trovarsi in un presente senza fine, che cancella il passato e non ha più bisogno del futuro.
Capito cosa non gli appartiene, Tommi è deciso a trovare una qualche forma di libertà, di felicità, un posto nel mondo. Per dare forma a sé stesso, per andare avanti, sa che deve voltarsi indietro. Dovrà riconciliarsi con il padre, con la sua morte improvvisa, origine del vuoto e primo di altri abbandoni. Oppure evaporare anche lui…
Un romanzo di formazione, scabro e realistico, che racconta storie di abbandoni, di ghosting, di sfruttamento, di rabbia impotente, e poi di amore, di rapporti umani, di crescita e ricostruzione.

Anteprima

Dario e io ci eravamo annusati al corso di scuola guida; eravamo solo due dei tanti diciottenni che frequentavano di sera, eppure, lui riusciva a distinguersi per l’infallibile capacità di addormentarsi durante le lezioni di teoria. Poteva permetterselo perché era già un vero asso del volante, ma comunque doveva stare attento a non farsi bocciare all’esame.
– Per me quel cazzo di foglio è una questione di vita o di morte – mi ripeteva alla fine di ogni lezione.
Pure, abbiamo avuto anche dei giorni luminosi, pochi, ma alcuni sì; in uno di questi ci dicevamo che la nostra idea ci avrebbe salvati. Sì, un bel giorno persino Dario e io ne avemmo una. In tutta onestà, forse l’ha avuta prima lui, comunque, era la nostra idea, anzi, all’inizio, era soltanto una frase che Dario pronunciò.
Quel pomeriggio lo vidi seduto sui gradini della cattedrale di San Teodoro. Ero a due passi dal bar, fumavo una Marlboro al riparo sotto un balcone. La pioggia aveva appena preso il posto della leggera nevicata che si era abbattuta sul paese, e gli sparuti fiocchi bianchi rimasti sull’asfalto morivano come popcorn sulla moquette di un cinema. Dario era chiuso nella sua solita giacca di jeans, inutile per quel tempaccio. Alzò la mano per catturare la mia attenzione. Non credo che volesse chiacchierare, ma solo impietosirmi quel tanto da spingermi dall’altra parte della strada per lasciargli due tiri dalla sigaretta. Non so perché, ma funzionò. Dario strinse la mia Marlboro tra i guanti di lana senza dita, alzò il mento verso la piazza di fronte e lo disse.
– Un giorno tutto questo finirà, Tommi.
Cosa di preciso dovesse finire non era chiaro, ma ci piacque subito e diventò una cantilena da usare per tirarci su quando le cose giravano male. La usammo, dunque, molto spesso. Quella frase chiedeva di essere nutrita con qualcosa, e noi la nutrimmo con la nostra stessa vita, la sola cosa che possedevamo. La frase ci ringraziò, abbandonò lo stato di larva e cominciò a crescere, fino ad acquisire una forma precisa.