Le vergini del commissario Malandra
A Leo Malandra e all’assistente Mario Borraccia è stata appena appioppata un’inchiesta che fa tremare la loro città di porfido.
Le indagini del commissario Malandra sono un set tragicomico di inquietanti questurini, camorristi ipocondriaci, fossili viventi, criminali d’oltremare, seduttrici, massoni di provincia, femmine di rinoceronte e alcuni morti ammazzati.
A Ischia… un uomo è stato freddato da almeno cinque ore. Ucciso con una pistola da qualcuno che gli è arrivato alle spalle. Ha sparato tre volte. A bruciapelo. Quello sciagurato senza faccia è stato abbandonato sotto una creatura rarissima che tutti davano estinta da milioni di anni.
In Abruzzo… il Venerdì Santo una ragazzina viene trovata morta con lo stiletto argentato sottratto alla statua dell’Addolorata conficcato nel cuore.Durante la processione tra le fila dei confratelli sfilano corrotti, corruttori e poliziotti, colpevoli e peccatori. A ognuno i suoi peccati, e i suoi miracoli. E anche Leo Malandra, lo sbirro abruzzese detto Jîritu (il dito), custodisce il segreto di un prodigio… che non vuole e non può confessare.
La Signora in nero ha cambiato casa anche stasera. Accompagnata da poche facce amiche e la marcia fiacca di pallide candele. È uscita da santa Maria della Tomba nel grigio scuro della notte, ormai arrivata, per nascondersi in fondo a piazza Maggiore, a oriente, dietro il portone della chiesa di san Filippo Neri. Che si schiuderà tra poche ore, quando la Regina ruberà i colori alla primavera e correrà verso il Figlio strappato alle tenebre. Regalando i boccoli biondi ai capricci del vento.
Se ti piacciono i sogni devi anche convivere con gli incubi, parlarci come amici fastidiosi che la sorte ti ha assegnato. Leo ha nella mente lo spartito, Malandra sa che una giornata luccicosa può ribaltarsi, con uno schiocco di dita, in un oscuro ricordo. Che non ti mollerà mai.
Sabato santo. Tredici anni prima. Il poliziotto è nello slargo del suo borgo, un triangolo irregolare con la base sulla chiesa e il vertice che mette il muso sul corso principale. Di fianco a Iolanda, la mamma. C’è anche il papà, Alfonso. I confratelli di santa Maria di Loreto porteranno la Vergine a lutto in un altro posto, dopo un muto corteo pronto però a urlare e saltare di gioia il giorno dopo con la Madonna che scappa in piazza.
Rientrato tra le mura dei vicoli stretti e senza sole dove era nato, gli bastò il tempo d’un respiro per vedere la madre stramazzare sul granito rosa della cucina. Dopo uno scossone del cuore, uccisa da un infarto. Nonostante l’incrocio con la morte, la Pasqua era sempre stata la sua vita, la settimana santa aveva scandito, come la sabbia fine e colorata di una clessidra, tempi e modi della sua esistenza. Processioni e confraternite avevano marchiato il questurino come un carrozziere vernicia a fuoco le lamiere: verde bianco e rosso cremisi.
Trentasei mesi fa, venerdì di passione. Leo Malandra è da cinque stagioni nel commissariato di via Sallustio, dopo una carriera in divisa cominciata a Mondello nella casermetta vicina al mare…