L’Egitto e la “democrazia militare”: ossimoro o laboratorio?
Giuseppe Acconcia parla di “Egitto. Democrazia militare” su Radio Onda d’urto, ai microfoni di C’è crisi, trasmissione settimanale dedicata agli esteri.
Per riascoltare l’intervista, collegati al sito.
«Piccole organizzazioni di sinistra hanno giocato un ruolo centrale nella preparazione delle rivolte del 25 gennaio 2011 in Egitto.
Sebbene sotto slogan di sinistra, le rivolte sono state spontanee, senza una leadership organizzata.
Questo ha permesso ai Fratelli musulmani, un vecchio partito conosciuto per le sue posizioni reazionarie, violenza e opportunismo, di conquistare il potere. Una volta ancora, le masse non organizzate si sono rivoltate, sotto gli stessi slogan nel giugno 2013.
Questa volta i militari hanno conquistato il potere. La voce della sinistra risuona ancora con i suoi slogan di giustizia sociale e libertà.
Il suo destino è soggetto all’unificazione delle sue forze e all’abbandono di puerili tendenze estreme».
[Sonallah Ibrahim, dalla prefazione del libro “Egitto. Democrazia militare” di Giuseppe Acconcia]
di Giuseppe Acconcia