“Si è parlato anche del ruolo della fantasia, dell’immaginazione e degli animali nella letteratura. Se Sartori e Magliani hanno interpretato in modo diverso questi elementi, chi dando una parvenza umana ai diretti interessati, chi sfruttando i topoi del genere per raccontare un’altra storia, Morelli ha provato a liberare gli animali dalle loro catene perché sentiva l’urgenza di inventare un nuovo punto di vista, uno che sa apprezzare i propri limiti per godersi a pieno la libertà che l’uomo ha nei confronti della natura. Qui Morelli cita nuovamente Cartesio, con due concetti che riassumono il suo pensiero: l’animal non agit, agitur e il concetto di uomo come signore della natura”.
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Recensione a
di AA.VV.