“Un bruco sognatore, un cane vagabondo che progetta viaggi in mare, una formica anarchica, una pudica giovane vongola napoletana ci scuotono e ci aiutano a vedere. Sembrano darci il coraggio di parlare delle cose che contano davvero.
Tre scrittori si provano qui a restituire la voce a esseri viventi cui spesso vengono attribuiti i nostri sentimenti elementari. Gli animali hanno già parlato nella mitologia e nei bestiari medievali, dove sono destinati a veicolare significati simbolici e credenze; nei riti sciamanici, dove assumono ruoli salvifici e taumaturgici e conferiscono poteri; o nelle favole, dove traggono d’impaccio i protagonisti con l’aiuto della magia. Eppure, a ben guardare, la favolistica, da quella greca a Fedro a Walt Disney, non mostra nient’altro che animali con corpo da bestia e carattere umano. In breve, sono stati umanizzati e ne hanno avuto un danno. La loro identità ne è uscita appannata e contraffatta”.
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Recensione a
di AA.VV.