“La scrittrice si addentra nel dedalo delle carceri in incognito, in punta di piedi. Ne sonda i meandri, disposta a perdersi, a inciampare, a fermarsi davanti agli accessi sbarrati e in fondo ai vicoli ciechi, a tornare indietro per ripartire da capo, armata di pazienza, determinazione, intelligenza non però della sicumera di chi aspetta di venirne a capo”.
Recensione a
di Giada Ceri