La geografia dell’incertezza
Crisi di un modello e della sua rappresentazione in età moderna
Quello dell’incertezza è un tema che – dall’economia alla sociologia, dalla storia alla filosofia, dalla matematica alla psicologia – è stato affrontato da molteplici prospettive, soprattutto negli ultimi anni, con le dinamiche finanziarie che hanno acuito la condizione di instabilità personale e collettiva, ma anche con l’emergere di crisi geopolitiche che travalicano i confini nazionali.
La geografia, invece, sembra essere stata poco impegnata in riflessioni di questa natura.
Questo libro si propone di delineare i caratteri e i significati di una possibile geografia dell’incertezza in riferimento all’attuale condizione geopolitica e, soprattutto, a ciò che l’ha prodotta, alle sue radici. La riflessione parte dalla definizione di incertezza attingendo alla letteratura internazionale specifica per poi, con un indispensabile approccio interdisciplinare, ampliare lo sguardo ad altri saperi per formulare un’idea più chiara e fondata di geografia dell’incertezza.
L’incertezza è un tassello fondamentale della globalizzazione e deriva da un processo di lungo periodo, che ebbe inizio con l’apertura delle rotte trans-oceaniche, con l’approdo su nuove terre e con la crisi del sistema medievale. In quel momento storico si registrarono enormi progressi scientifici, si arrivò a una sempre maggiore certezza della rappresentazione cartografica e della conoscenza del mondo, ma si persero le chiavi per interpretare il mondo e le sue trasformazioni, a partire da dinamiche geografiche.
L’attuale instabilità della finanza, le oscillazioni dei mercati e gli squilibri politici internazionali hanno la loro più profonda matrice in un preciso momento storico: l’avvio dell’età moderna, con le grandi scoperte geografiche e la crisi di riferimenti che colpì l’uomo europeo.
Questo libro intende leggere il fenomeno della globalizzazione attraverso la lente dell’incertezza geografica che nasce con la fine del medioevo ma che si riscontra più che mai nelle dinamiche geopolitiche, economiche e sociali della post modernità.
Alessandro Ricci, come tutti coloro che praticano la musica, conosce qualcosa che gli allievi di Vidal de la Blache non sapevano: che se sei in grado di pensare una nota sei anche in grado di suonarla. Per questo egli riesce finalmente a fare quello che la geografia umana classica francese è riuscita, alla fine, soltanto a pensare.
dalla prefazione di Franco Farinelli