Per oggi non mi tolgo la vita
Ci si può riappacificare con la propria esistenza? In questo libro troverete la risposta o, per lo meno, i tentativi per arrivarci.
Nato storto per morire dritto.
Dice il protagonista, un trentenne aspirante suicida.
Dal fatto all’antefatto. Tra grotteschi tentativi di togliersi la vita e sterili incontri con gli psichiatri, la grande macina del dolore necessario esonda nella scrittura attraverso l’espediente del flusso di coscienza.
Sotto la coltre fitta della depressione, il nostro disturbato guerriero incrocia la “dottoressa centottanta”, gli psicofarmaci e scopre “le verità del bugiardino”.
Lucida, intelligente, disincantata, la narrazione assume a volte un tono aspro che tende alla comicità e all’assurdo. Ma riuscirà a diradare l’ombra del “male oscuro”?
Capisco che nel mondo degli umani rifiutare un dono sia una cosa brutta ma se dio esiste non credo che si formalizzi in queste cose per cui prima di crearmi avrebbe dovuto chiedermi: la vuoi la vita? E io gli avrei risposto manco per il cazzo signore mio dàlla a un altro ma poi mi chiedo come avrebbe potuto chiedermelo prima di crearmi? E mi rispondo che domande stupide che ti fai lui è dio è un problema suo e lo risolve lui che del resto è onnipotente ma se fosse stato onnipotente avrebbe saputo che io sono pigro e che non ho nessuna voglia di vivere per cui perché darmi una cosa che non voglio e non mi piace?
E allora comunque dicevo che se una malattia non la si vede con gli occhi si pensa che non esista, per quello mi ammazzerei solo per il gusto di fargli vedere che c’era la malattia e farli sentire in colpa per quanto possano sentirsi in colpa come quando mi sento in colpa io quando devo scusarmi per come sono, mi devo anche scusare perché sto male e non corrispondo ai canoni di piacevole felice sorridente solare brillante abitante del mondo splendido e poiché non corrispondo a ciò li inquieto e vedo nei loro gesti e occhi l’insofferenza e il fastidio e il desiderio di liberarsi al più presto di me.