“Un libro di cinquantasei racconti narrati con una lingua raffinata ed elegante – il cui titolo si ispira a Giovanni Succi, un conosciutissimo digiunatore di professione di fine ‘800, arrivato all’autore grazie a Manganelli – una “penna intinta” appunto “nello stesso calamaio di Giorgio Manganelli” – lo descrive così sin da subito Morelli – e in cui troviamo contemporaneamente “la presenza del bastian contrario di Achille Campanile”. Paolo Albani ci parla di queste storie diluite nel tempo – che definisce “racconti bonsai” per la loro brevità – in cui descrive situazioni assurde e strampalate, ricche di una comicità che fa riflettere, mettendo in luce aspetti che non si notano facilmente. Si parla in prima persona di aspettative e sentimenti, fallimenti e contraddizioni toccando sì il paradosso ma arrivando comunque a definire la nostra cruda realtà sociale e politica (vediamo, per esempio, chi non ha casa e occupa le caselle postali!)”.
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Recensione a
di Paolo Albani