Un altro viaggio nelle Marche

Due marchigiani, Paolo Merlini e Maurizio Silvestri, partono alla scoperta delle Marche. Viaggiano unicamente con i mezzi pubblici, autobus di linea e treni regionali. Narrano la geografia del patrimonio enogastronomico regionale in modo non convenzionale. Vengono svelate sorprendenti storie: i segreti del Verdicchio e le ricette segrete dell’oliva ascolana.

Un autentico e vitale reportage on the road sostenuto dagli incontri “casuali” a tavola con giornalisti, scrittori e accademici come Massimo Raffaeli, ma anche contadini, vignaioli, osti, artigiani, inestimabili custodi di storie e saperi che saranno occasionali compagni di viaggio.

Prefazione di Angelo Ferracuti
14,70 
Il libro in breve

Un libro di viaggio e una guida.
Due marchigiani alla scoperta delle Marche.

Da autentici viandanti immersi nella loro regione con la curiosità del forestiero e la coscienza dell’indigeno, liberi dal vincolo dell’automobile, viaggiano esclusivamente con i mezzi pubblici.

È un viaggio diverso, un AltroViaggio sugli itinerari meno frequentati, arrivando nelle Marche segrete. Partiti con l’intenzione di tracciare una specie di alternativo portolano enogastronomico, hanno finito per guardare, ascoltare e scoprire l’umanità marchigiana. Ne è emerso un racconto a due voci, fatto di storie, di luoghi, di persone.
Cercavano le Marche e hanno trovato i marchigiani.

Un viaggio facilmente ripetibile; i percorsi, i singoli luoghi, i cibi descritti, possono essere l’ispirazione per tutti i viaggiatori curiosi, desiderosi di fare il proprio viaggio nelle Marche.

Anteprima

Questa guida è un buon punto di riferimento per quanti vogliano esplorare gli spazi della regione, che è ancora soprattutto paesaggio, con spirito gaudente, privilegiando il piacere alle soste obbligate, le osterie ai luoghi sacri, che in terre papaline sono infinitamente capillari, pur non disdegnando qualche incursione nei beni culturali.

(dalla prefazione di Angelo Ferracuti)

Diciamolo per dire, ma davvero fare su e giù per la costa Adriatica a bordo dei treni regionali è una goduria, soprattutto se hai alle spalle tanti bei ricordi come adesso. Un po’ scribacchio, un po’ mi perdo assaporando il ritorno. Fuori della stazione di Ancona, passa il bus della Reni che va per Camerano, poi raggiunge Sirolo prima di scendere a Numana e concludere la corsa a Porto Recanati (qualche corsa prosegue per Loreto). L’orario estivo è una benedizione per tutti quelli che vogliono godersi le famose spiagge del Conero. Siccome ci siamo giustamente dilungati a chiacchierare con Maria e Domenica, abbiamo perso il treno per Ancona che ci avrebbe permesso di prendere il bus per il Conero. Torneremo a casa in treno. Questo non mi impedisce di ricordare l’ultima volta che da Ancona ho preso il bus che oggi perderemo. Era agosto e andavo a Numana per imbarcarmi sulla motonave dei Traghettatori del Conero che tutte le estati fa servizio per la spiaggia delle Due sorelle: uno dei bagni più belli dell’estate. D’estate le corse sono più frequenti ed è molto semplice, pratico ed economico addentrarsi su per il monte Conero che tanto stregò i marinai Dori, arrivati a queste latitudini più o meno trecentocinquant’anni prima della nascita di Cristo.
Bella la corsa, si esce dalla città quasi lentamente, si passa in zona stadio e poi si prende la provinciale per Camerano che si preannuncia bellissima con la sua antica edilizia pubblica “mattoni faccia a vista”. Camerano, dal finestrino, sembra l’ennesima perla nascosta dove ti viene voglia di fermarti. Poi, mentre il bus arranca verso Sirolo, “il gioiello della riviera del Conero”, è un attimo e ti ritrovi in un quadro impressionista: sulla sinistra il blu cobalto dell’orizzonte contende il panorama al giallo esplosivo dei campi coltivati a girasole, mentre sulla destra imponenti coltivazioni di piante aromatiche riempiono il paesaggio di quadranti colorati di viola e verde acceso, punteggiato da cespugli di giallo ginestra e poi, dove i campi sono in pianura c’è granturco a profusione. A Sirolo il bus sosta ai margini della famosa piazzetta a strapiombo sul belvedere della montagna che degrada in mare. È un attimo e si arriva a Numana e poi, più a valle, al suo porto turistico dal quale si continua in pianura per le belle spiagge di Marcelli.