«È qui, intorno alle mura del Cremlino e nel dedalo della metropolitana, che gli “sparajurij” […] scrutano i volti della folla per cogliere l’anima della Russia e scoprire dove questo Paese si stia dirigendo. Il passato sovietico è affidato più che altro ai libri e chi ha conosciuto l’Urss, scrivono, se si guarda indietro lo fa non tanto per rabbia o nostalgia, quanto per solitudine, circondato da giovani che viceversa indietro non guardano. A Mosca chi soffre di freddo può sopravvivere con gli scacchi, la vodka e la letteratura […]».
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