«[…] Lo stile marcatamente espressivo che alterna lirismo e comico denuncia la vocazione poetica dei due artefici principali del volume […] La non completa coincidenza tra l’autore (gli autori) e il narratore (un giovane italiano invitato in Russia per partecipare a un festival di letteratura) aiuta il lettore a entrare nel testo come in un romanzo. Il racconto si sviluppa in effetti come il diario di un viaggio di ventuno giorni e in ventuno capitoli nella Mosca di oggi e nei suoi dintorni. L’incipit ambientato sull’aereo con cui il protagonista inizia il suo viaggio serve a cucirgli addosso fin da subito lo statuto di un personaggio che si muove nell’inverno russo come in una rêverie bachelardiana…»
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