Braccio del Poggio è rientrato a Roma da poche settimane. È il 1414 e Braccio si è guadagnato gran credito come umanista e filologo al servizio di papa Gregorio XIII. Intimo amico di Coluccio Salutati, Braccio del Poggio usa la sua straordinaria conoscenza della lingua latina per scovare nei monasteri di tutta Europa le opere perdute di Lucrezio, Cicerone, Quintiliano e dei grandi autori della latinità… l’umanista coltiva però anche la meno nobile arte di copiare i manoscritti e rivendere a carissimo prezzo le sue opere spacciandole come unici originali esistenti. La sua fama da erudito cresce comunque a tal punto che alla sua porta si presenta Luc’Antonio dei Mellini, uno degli ultimi membri di una congrega si marmorari romani, i Cosmati, che si sono distinti per la loro arte nel comporre mosaici di tipo bizantino, vanto di molte chiese della cristianità. Messer Mellini è perseguitato da un’aurea di tragedia che aleggia da generazioni sulla sua famiglia e sulla confraternita, perseguitata da morti misteriose e violente. La soluzione del mistero dei Cosmati sembra racchiusa in una tavoletta di alabastro e in un manoscritto dal titolo Historia magistrorum doctissimorum romanorum…