«In Ritmi di veglia la voce narrante, che affiora, ora in prima ora in terza persona, in momenti di risveglio dall’opaco sonnambulismo in cui ci muoviamo abitualmente cercando di non vedere ciò che ci circonda, registra la bruciante sensazione che “la nostra piccola dose di inferno la calziamo ogni mattina, ma l’alba la confonde con il nascere del giorno e il giorno contribuisce a mescolarla alle nostre attività. La nostra dose di inferno cala sugli obiettivi, sulla forza e la fatica sprigionate per raggiungerli.”»
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