«Il libro di D’Elia chiede infatti di essere letto lentamente, seguendone il respiro sincopato, tastandone i rilievi e i vuoti d’aria, i frequenti cambi di passo che d’un tratto separano le pagine per poi riavvicinarle, a distanza, secondo una mappa di riferimenti che via via si chiarisce e al contempo sfuma in allegoria».
Sul manifesto, Massimiliano Borelli recensisce Ritmi di veglia di Raffaella D’Elia.
Recensione a
di Raffaella D’Elia