«“Dopo il diluvio” è un romanzo corale. È la storia di un paese sospeso nel tempo e nello spazio […] che rimane isolato dal mondo dopo un diluvio. Quando riescono a stappare le fognature si scopre che era il cadavere del sindaco a otturarle. Inizia un’indagine, ma in realtà l’indagine si perde subito, il paese crolla su sé stesso sotto il terrore di un’invasione non bene identificata, piano piano questa piccola società diventa il peggio di sé stessa e si ribalta. Tutto a metà tra tragedia e commedia, il tono è surreale e grottesco.
[…]
Umberto Eco parlava del racconto di genere come una tipologia di scrittura che dà due possibilità, quella di rimanere nel genere, fare una cosa che segua certe regole molto precise, oppure un trampolino di lancio per distruggere il genere. È quello che provo a fare io […]».
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Recensione a
di Leonardo Malaguti