Le parole sono importanti, in particolare per coloro che fanno i giornalisti. Giuseppe Acconcia, corrispondente de «il manifesto» dal Cairo, collaboratore anche di «Q Code Magazine», è un giornalista che le parole le sceglie in base ai fatti che guarda e racconta.
Arricchito, oltre che dal gran lavoro dell’autore, da anni residente al Cairo, dalla prefazione di Sonellah Ibrahim, “Egitto. Democrazia militare” è un libro necessario. Raccoglie due anni di testimonianze, fatti, personaggi, stragi, arresti, elezioni, proclami e aspettative. […]
In questo libro incontrerete gli spazzini Zabalin e i rapper, i Fratelli Musulmani e i militari, le confraternite sufi e i movimenti giovanili, la paranoia contro gli stranieri e i migranti, gli operai e i marinai, i beduini e gli integralisti del Sinai. […]
Un libro da leggere, per capire quel che succede in un Paese della cui importanza (basti pensare alla questione palestinese) la stampa mainstream e la diplomazia internazionale sembrano non rendersi conto. Un libro che invita a non dimenticare quello che è successo, perché insegna una dura lezione: se non siamo pronti a indignarci per la violazione dei diritti anche di coloro che non condividono le nostre idee, abbiamo creato i presupposti per la nostra stessa futura persecuzione.