[…] Il libro di Acconcia ha il pregio non comune di essere allo stesso tempo un reportage strettamente politico e uno stimolante percorso di scoperta della società egiziana. Un lavoro orientato a spiegare il corso dei principali eventi di questi ultimi 3 anni, di cui l’autore è stato testimone diretto: dalla fine di Mubarak, all’elezione dell’esponente della Fratellanza musulmana Mohammed Morsi fino al colpo di Stato militare e all’elezione successiva di Abdel Fattah Al Sisi, in un viaggio a ritroso nel tempo che si presta ad un duplice fruizione, egualmente utile: quella dello “specialista”, interessato a comprendere nel dettaglio i movimenti nello scenario politico egiziano; e quella del curioso, del lettore appassionato di culture diverse dalla propria, che in questo lavoro troverà numerosi spunti.
L’autore non si allontana nemmeno per una pagina dal proposito di documentare sul campo, raccogliere testimonianze, restituire voce ad ampie fasce – anche quelle sotterranee – della società egiziana, senza mai scadere nella cronaca fredda e decontestualizzata e senza dare l’impressione di esser fazioso.
Acconcia inizia il suo viaggio parlando di “simboli“, e quello del presidente Al Sisi che dismette la divisa militare per indossare la giacca e la cravatta da “presidente” dopo la sua plebiscitaria quanto “obbligata” elezione è certamente uno dei più efficaci, che riporta l’Egitto al punto da cui era partito: un paese governato da militari nel nome della “stabilità” e contro il “terrorismo”, le cui numerose istanze e anime politiche (liberali, socialiste, comuniste, sufi, islamiste, salafite, ecc) rimangono largamente ignorate o represse, e con un movimento politico-religioso con milioni di sostenitori e simpatizzanti oggi messo nuovamente al bando. […]