“Oggi la parola Corea ci ricorda il nord. Quanto si riflette del nord al sud in quello spazio geografico.
Non si riflette molto sul nord. Il nord è una sorta di tabù, c’è un interdetto linguistico che cade sulla Corea del Nord, perché l’unico modo per vivere bene in Corea del Sud è quello di non pensare a quello che accade oltre il confine. E dunque si vive in una consapevole smemoratezza di quello che accade oltre il confine
e se le notizie arrivano vengono represse o vengono percepite con disincanto e con rassegnazione. È l’unica strategia per poter vivere bene in Corea del Sud soprattutto in un momento come quello attuale. […]”
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