«Se l’originalità è un valore, Alessandro Mauro, scrittore a tutto tondo di attualità, costume, cinema, in questo suo libro d’esordio ci regala qualcosa di veramente insolito: la Città dei Sette Colli, Roma, vista finalmente attraverso le sue numerosissime scalinate, scalinatelle, rampe, gradoni, gradinate, scalee, e via elencando, tipologie che rendono la capitale la città unica che i suoi cittadini e i suoi amministratori insipienti non sono riusciti ancora a disintegrare completamente, a cancellarne parti poco conosciute, appartate, talora addirittura ignote anche a chi a Roma è nato e abita da sempre.
Settantasei sono i capitoli in cui le diverse scalinate sono raccontate dall’autore che le ha visitate, salite, osservate, attraversando la città in lungo e in largo, non trascurando centro e periferia, monumenti celebri e luoghi appartati, in un salire e scendere che l’autore ha percorso spesso, contro ogni tradizione che dice che le tante salite non lo consentono, in bicicletta, perché sulle scale è l’unico posto di Roma dove non possono esserci le invadenti e onnipresenti automobili. Se Roma è fatta a scale non vuole essere una vera e propria guida, ma piuttosto una esplorazione di parti di città che sono per la maggior parte fuori dagli itinerari turistici e commerciali, dal traffico caotico, dal rumore assordante della metropoli.
[…] Alto e basso, su e giù, la metafora della grande città che sprofonda e poi riaffiora, come testimoniano le rampe che portano all’isola Tiberina e, come raccontano le tante scalinate che mettono in comunicazione quartieri alti (penso ai Monti Parioli, Vigna Clara, Monteverde) con le parti più basse della città. La vista migliore del Colosseo si gode dalla scala della metro B, dice l’esploratore-scrittore, ed è meraviglioso salire allo Stadio Olimpico dalla curva Sud, da cui si spalanca un panorama completo, mentre la celebre scalinata che porta alla terrazza del Pincio.
Un libro prezioso per Romani curiosi, intelligente guida per novelli viaggiatori sensibili da Gran Tour, una scoperta di luoghi non ovvi, di cui abbiamo a Roma grande bisogno».
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Recensione a
di Alessandro Mauro