«Le scale mi incuriosiscono da tempo: mi piace il fatto che mettano in comunicazione un sopra e un sotto, e che questi due punti siano spesso molto diversi, a volte in modo sorprendente. Dalla base di una scala di solito non si vede cosa c’è sopra: è un piccolo mistero architettonico che si svela solo a chi decide di percorrerla. Soprattutto, però, mi interessa il fatto che intorno c’è Roma, e che scrivere delle sue scale sia anche un modo per raccontare una città in cui lo spazio e il tempo si intrecciano in una maniera unica al mondo.»
Recensione a
di Alessandro Mauro