«Un libro nuovo nell’approccio, colto, curioso, elegante nei contenuti e perfino ben scritto. Tanto basta per fare emergere le pagine di Alessandro Mauro nel mare magnum della pubblicistica d’argomento romano. […] Un libro impeccabile, Se Roma è fatta a scale, costruito con prose liriche e innamorate da “Ronda” terzo millennio, suddiviso in capitoletti che non sarebbero dispiaciuti a un Cecchi o a un Baldini. Settantasei testi. Ogni testo, una rampa (o scala, scaletta, clivo, scalea, scalinata, salita, monte, gradinata ecc) per «vere e proprie esplorazioni urbane e con una geografia abbraccia tanto i quartieri storici quanto le periferie più remote e meno note.
[…] Tante, le cose che si rintracciano nel libro: raffinate spigolature e citazioni giuste (da Vermeer a Dino Risi), suggestioni evocatrici di un temps perdu (l’odore del sugo, infanzie in strada e vecchi giochi da cortile), consigli stranianti ma condivisibili (Rampa Aurelia: «Fatta qualche decina di passi, però, conviene girarsi, perché quello è il posto dei posti per vedere la cupola delle cupole. Di solito uno se la immagina frontale, come la inquadrano via della Conciliazione e i telegiornali, ma da qui l’apparizione è più grande, vicina, improvvisa…») e perfino punti di vista da guerra dei mondi: «Il modo migliore di vedere il Colosseo per la prima volta è trovarselo di fronte all’uscita dalla metro B». Le scale, afferma l’autore nella postfazione, «mettono in comunicazione un sopra e un sotto, talvolta diversi, qualche volta lontani o addirittura opposti; le scale sono come una accelerazione del ritmo urbano»: belle parole per chiudere questo insolito non-censimento di una Roma in controcanto e ancora in grado di stupire».
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Recensione a
di Alessandro Mauro