«Acconcia ci conduce così nella complessità dell’Iran contemporaneo. Ci parla del cinema e del teatro, che ha grande spazio e numeroso pubblico soprattutto nelle città, ci racconta del mondo femminile […] e ci illumina sulle abilità degli artisti ad aggirare la censura. Ci parla di un Iran che, nonostante le repressioni e le chiusure, dopo il 1979 non ha assunto atteggiamenti aggressivi […] diventando uno dei paesi meno disgregati del Medio Oriente».
Per leggere tutto l’articolo clicca qui.