Con più di 100 opere al suo attivo, tradotta in 18 paesi, totalizzando più di 19 milioni di copie vendute nel mondo, finalmente la scrittrice e giornalista brasiliana Ana Maria Machado pubblica per la prima volta in Italia e lo fa toccando un tema delicato, scomodo, antico come la storia dell’uomo ma drammaticamente attuale: l’infamia.
“Infamia” è proprio il titolo del romanzo e in esso si intrecciano le storie di sofferenza di due uomini: quella di un anziano ambasciatore in pensione, Manuel Serafim Soares de Vilhenache, e quella di un impiegato ministeriale, Custódio, con un’ordinaria e tranquilla vita professionale e familiare.
All’improvviso le esistenze di queste due persone vengono sconvolte e in esse prepotenti si fanno strada il dubbio, l’inganno, il tradimento e la diffamazione. […]
Dall’infamia non ci si salva: è questa la terribile morale che la scrittrice ci propone e coglie l’occasione del suo romanzo per mettere in atto una profonda indagine sul confine sottile fra verità e menzogna perché “la verità vive in un pozzo ma non si bagna né ha una casa. – È profonda e scura, giusto? Non si vede bene, alla luce… Difficile da trovare” (pag. 43).