Il numero fortunato della scrittrice brasiliana Ana Maria Machado deve essere il 19: 19 milioni di copie vendute al mondo, 19 Paesi in cui è stata tradotta. L’ultimo di questi è l’Italia, dove Machado, già vincitrice del Premio Andersen, potrà essere letta per la prima volta nel romanzo “Infamia”, edito da Exòrma. Sfogliandolo, si ha la stessa impressione di chi vede giocare un calciatore brasiliano poco conosciuto, ma fortissimo. E pure di calcio parla la scrittrice; oltre che del peso che hanno calunnia e mistificazione. Machado nel tripudio ufficiale che avvolge il Brasile premondiale, è snobbata dalla grande critica. Il suo libro è scomodo.
«Ana Maria Machado, è corretto affermare che con questo romanzo lei abbia dimostrato the dark side of carioca, il lato oscuro del suo Paese?»
«I fenomeni che qui descrivo, cioè la macchina del fango e la costruzione di un castello di accuse false per demolire una persona, non sono tipici del Brasile; ma qua sono molto più accentuati che altrove».
Recensione a
di Ana Maria Machado