“Così ho voluto raccontare come si forma la menzogna, e come uccide”, spiega all’AGI la brasiliana Ana Maria Machado, autrice di “Infamia“. Nel romanzo la Machado ricostruisce i percorsi attraverso cui la calunnia e la diffamazione diventano segni distintivi della società contemporanea e del mondo dell’informazione.
“Da circa dieci anni volevo lavorare a questo tema, e nel corso di questo tempo ho saputo di tanti casi di persone innocenti ma condannate alla pubblica opinione. La calunnia — prosegue Machado — è qualcosa di impalpabile, un segnale di crudeltà verso coloro che vengono giudicati in base a falsità”. A bugie, insomma. “No, la calunnia è diversa dalla bugia, talvolta pronunciata a fin di bene. Pinocchio (Machado, scrittrice di libri per ragazzi, conosce bene l’opera di Carlo Collodi) non fa del male, non calunnia. Quest’ultima è figlia dell’attitudine a dividere il mondo in buoni e cattivi, in bianco e nero, dove chi non è con me, è contro di me“.
Attraverso la storia dei due personaggi, Ana Maria Machado indaga la sottile linea che separa la verità dalla menzogna: “Volevo raccontare una cosa sola, l’infamia, il processo dell’essere calunniato, la diffamazione, mettendo impietosamente a nudo gli artifici con cui la società contemporanea e il mondo dell’informazione, sempre più spesso, travisano, censurano e mistificano il reale, manipolando le coscienze, con il risultato che i fatti veri rimangono sepolti dalle tante versioni e interpretazioni, mentre si moltiplicano le menzogne e l’ignoranza”.
Sostenuta da una prosa controllata e da un linguaggio alto, ma mai pedante, quella di “Infamia” è una narrazione coinvolgente: acuta, provocatoria e, soprattutto, indignata.
“Ogni mio romanzo”, spiega Machado, “nasce in modo diverso. Per mettere a punto questo libro ho frequentato molto gli archivi alla ricerca di dossier che infamarono diverse persone ma poi si rivelarono dei falsi”.