«Ad un occhio furtivo e poco attento, Memorie dal sottobosco di Tommaso Lisa potrebbe sembrare il manifesto di una contemplazione irrazionale verso il Diaperis boleti, un insetto appartenente alla famiglia dei Tenebrionidi dell’ordine dei Coleotteri. […] Tuttavia l’opera è molto di più. In primis è un viaggio nel tempo, nel nostro e in quello dell’autore. Lisa ci racconta come nasce l’amore, allo sguardo dei più, insolito per questo insetto (il quale potrebbe, da qui a non molto, essere protagonista della dieta alimentare del mondo), consegnandoci frammenti di vita personale delle sue esperienze di figlio e padre. Memorie dal sottobosco però è anche un viaggio nello spazio, uno spazio chiuso come quello domestico e aperto come i luoghi delle colline fiorentine, in cui Lisa ci porta, facendoci sentire gli odori di un ecosistema a cui, nell’epoca del consumismo, siamo poco inclini, e in Ontario, attraverso la navigazione virtuale su Google Maps, una realtà fissa e spopolata che sembra fatta solo per l’autore. Indossando lenti graduate però l’opera risulta l’espressione di un’esperienza più profonda, che dal microscopico trasfigura nel macroscopico, dal soggettivo all’oggettivo, facendoci cogliere la legge sottesa al mondo degli esseri viventi del nostro buon Charles Darwin e, con essa, la nostra vulnerabilità dinnanzi ad una pandemia, al riscaldamento globale, ad un’eclissi e qualsiasi altro fenomeno naturale di cui l’uomo può o no esserne la causa ma di sicuro parte integrante, natura stessa, come l’autore sottolinea».
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