27/11/2014

Chi ha ucciso la lingua italiana?

La Provincia - Laura Collinoli

La verità è che finito il primo capitolo il libro vorresti lanciarlo dalla finestra. Sì, aprire le imposte e fiondarlo, con tutta la copertina in cui penne e coltelli si confondono e non per una casualità. “La strage dei congiuntivi” è il nuovo libro di Massimo Roscia.
Il secondo romanzo di uno scrittore che è anche critico enogastronomico e docente, oltre che condirettore del periodico «Il Turismo Culturale». Un noir ironico ma anche provocatorio.
Divertente, dissacrante, di sicuro paradossale e volutamente disordinato, confuso. Qualcuno direbbe pure incasinato, anche se andando avanti con la lettura si arriva sempre più alla conclusione che il tema vero vada al di là del congiuntivo. Giusto o sbagliato che sia (o che è, tanto per allinearci a un modo scorretto). […]

Cinque personaggi curiosi, tavolta strampalati, persino bislacchi e altamente improbabili. In testa Dionisio, una sorta di guida,  e poi l’analista, il bibliotecario, il professore di letteratura e il dattiloscopista della polizia. Una storia che si intreccia e in cui le “vittime” (ma saranno proprio loro le vittime, o chi è costretto a sentire e a leggere le loro sciatterie linguistiche?) rappresentano appunto il decadimento culturale di una società e di un Paese. […]

Da leggere “senza se e senza ma” (in attesa che l’autore pianifichi il nostro omicidio).

 

Recensione a

La strage dei congiuntivi

di Massimo Roscia

220
8,49 


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