29/11/2014

Chi ha ucciso l’italiano? Le “indagini” di Roscia

Il Nuovo Giorno - Camillo Savone

[…] Il libro di Roscia è già diventato un “caso” letterario, ha calamitato un consenso e un’attenzione particolari, dalla Rai a Canale 5, dalle maggiori riviste nazionali fino alle testate specializzate. E quindi approda in queste ore alla seconda edizione che, per un romanzo e per un giovin scrittore, è come un Oscar o un Nobel che ti piomba non dall’alto delle commissioni, ma dal lettore, quel che più conta. Il che, per uno scrittore dall’ego giustamente ipertrofico, deve essere una delle esperienze più belle da vivere. Uno strumento di lotta contro l’ignoranza dilagante.

Perché un romanzo e non un saggio?
«Nella scelta del genere letterario sono andato per esclusione. Avrei potuto scrivere il testo di una canzone, ma sono stonato; avrei potuto optare per un saggio, ma non avrei avuto le necessarie competenze linguistiche e lessicografiche e sarei risultato noioso e pedante. Non rimaneva quindi che la narrativa in prosa. E il romanzo è il genere che, per definizione, ti offre la maggiore possibilità di esprimerti a livello emozionale, in maniera meno ingessata, passando con agilità dalla realtà alla fantasia, mescolando esperienza, osservazione e immaginazione. Nel romanzo sono io che creo il mio mondo, le azioni, i personaggi; faccio e disfo, me ne frego del tempo e dello spazio, sono il creatore, sono il demiurgo, sono l’Onnipotente».

Come stai reagendo al turbine della promozione del libro?
«Non nascondo che questa esperienza sta alimentando il mio ego bulimico. Sto rilasciando una media di sette interviste al giorno, collezionando inviti a festival letterari in tutta Italia, ricevendo decine richieste di presentazioni del libro fino alla fine del 2015 e in posti impensabili (dalla sacrale libreria al ristorante, alla spa, al sexy-shop). La sensazione è quella di realizzarmi solo adesso che il manoscritto, al quale ho lavorato per due anni, viene promosso, socializzato, diffuso, letto, masticato, digerito e compreso». […]

 

Recensione a

La strage dei congiuntivi

di Massimo Roscia

220
8,49 


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