Siamo ogni giorno confine, che ne siamo coscienti oppure no. Siamo al confine con ciò che ci manca, con ciò che resta di noi e delle nostre paure. Siamo linea di demarcazione tra quello che non sappiamo e quello che vorremmo sapere e a cui rinunciamo. Lo sa bene Marco Truzzi mentre viaggia col suo amico fotografo Ivano, passando per Basilea, per i mari del nord, per Nizza, per Gradiška in Bosnia, per la Serbia, per Budapest, per Cracovia e così via fino ad Auschwitz, utero dell’Europa. «Forse il filo spinato che abbiamo visto in giro continuerà a scrivere ancora altri capitoli della nostra storia. Ma è altrettanto vero che, prima o poi, dei ragazzi balleranno nuovamente sulle rovine di un muro caduto». E allora fermiamoci momentaneamente qui, sul confine dei confini. «Buonanotte Europa. Buongiorno Europa». L’Antiquario vi saluta.
Recensione a
di Marco Truzzi