«Truzzi e Di Maria visitano i luoghi in cui le barriere sono state erette in tempi recenti, ma sembra che siano le rovine di quelle vecchie a interessarli maggiormente. La memoria, sembrano suggerirci, costituisce uno strumento fondamentale da portare con noi nel mondo di domani. Dal cuore nero del passato continentale – il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, divenuto poi l’utero in cui è stato concepito il sogno di un’Europa unita e pacifica – gli autori terminano il loro viaggio piantando un seme di speranza per il nostro mondo futuro».
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Recensione a
di Marco Truzzi