«Il libro restituisce al lettore la narrativa di una affascinante cultura di protesta, fatta di voci appassionate e sconsolate, ed espressione di un popolo tutt’altro che rassegnato, capace invece di esprimere, spesso con ironia, un notevole spirito critico […] Sui muri di Tunisi appaiono pensieri e pensatori che riaprono il dialogo con la lingua e la cultura occidentale. Compaiono non solo i grandi poeti arabi, dal tunisino Aboul Qacem Echebbi al palestinese Mahmoud Darwish, ma anche i francesi: Camus, Debord, Deleuze, i cui volti diventano stencil di facile esecuzione e quindi riproducibili all’infinito, anche da chi artista non è. Questo viaggio nella Tunisi underground non si limita all’interpretazione di slogan politici e pubblicitari. Incontra anche attivisti e collettivi di artisti indipendenti impegnati socialmente (Ahl Al Kahf, Zwewla, Molotov). E infine ci guida brevemente attraverso gli interventi urbani realizzati in quel particolare momento storico dal noto street artist di origine tunisina El Seed, che Forbes ha incluso nella sua lista dei 15 giovani creativi africani che stanno cambiando l’immagine dell’Africa».