Writers. A Tunisi, la rivoluzione non ha viaggiato solo su Facebook: sono ancora le pareti degli edifici a raccontare le speranze e la rabbia dei giovani, spesso con le frasi dei poeti.
«Parlare al muro» e «parlare arabo» sono senza dubbio le nostre più diffuse metafore dell’incomunicabilità; a Tunisi, invece, se si parla a un muro, e per di più in arabo, c’è anche il rischio che questo risponda. Sì, perché le prime tracce della rivolta del 2010/2011 che saltano agli occhi mentre si gira per la capitale tunisina sono le scritte sui muri. Un’invasione. Per chi vi ha vissuto «prima» e «dopo», l’impressione è che la città si sia improvvisamente ricoperta di parole.
Luce Lacquaniti fa un excursus dettagliato e coinvolgente su quelli che sono poi diventati i contenuti de “I muri di Tunisi. Segni di rivolta”.
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Recensione a
di Luce Lacquaniti