“Leggo tristezza nei racconti di Artico Nero. Desolazione più che rabbia, rassegnazione forse. Impotenza. Lo stesso generale senso di abbandono e povertà (seppur ben mascherato) che mi sembra di scorgere lungo le coste di Shakotan. Scogliere aspre e tetti cadenti. Ruggine. È forte il contrasto con il mio bagaglio di immagini del Giappone, di scale mobili, grattacieli e luci al neon nelle notti di Tokyo, Kobe, Osaka.”
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